Carlo Flamigni - Circostanze casuali


 

 

 

Carlo Flamigni

2010

Circostanze casuali

Serie Primo Casadei

# 4

Sellerio

«La vita si costruisce – è noto a tutti – come un intreccio di fatti casuali e di fatti volontari, che si succedono senza regola. Un evento casuale produce molto spesso atti volontari, ai quali conseguono nuovi eventi casuali, e via così, in un disordine fastidioso, del quale spesso neppure ci accorgiamo». Carlo Flamigni vorrebbe che questo suo secondo romanzo non venisse letto da giallo. Lo presenta come un racconto sul Caso; sul Caso – va aggiunto – fuori stagione nella riviera di Romagna, quando lo spleen spinge le persone ad amplificare nel pettegolezzo i casi di ciascuno e ciascuno sembra vivere per amplificare il pettegolezzo. Circostanze casuali segue un intreccio generale (che è in questo caso l’inchiesta poliziesca) nelle cui svolte sono intrappolati tanti personaggi. E ogni personaggio incarna una storia, varia e complessa che potrebbe fare trama a sé, solo che essa, per via del caso e della necessità delle azioni che ne scaturiscono, si intreccia con le altre storie, gonfiandosi in una specie di tumultuosa fiumana del destino. Annibale Ricci Ribaldi, settantenne notaio di ricca famiglia è un uomo vizioso e alquanto laido. Forse il solo davvero detestabile tra un groviglio di vipere che gli si stringe intorno, che brulica di vittime a loro volta carnefici di vittime minori. Sono la moglie e i figli, domestici e impiegati, clienti, fino semplici vicini tutti pieni di risentimenti soffocati e mediocri colpe inconfessate. Un giorno il notaio è trovato morto nel suo studio; a breve distanza di tempo, stessa sorte per l’ostetrica che ha fatto nascere i suoi figli. L’indagine del questore Macbetto Fusaroli e, in collaborazione amichevole, di Primo Casadei detto «Terzo» con la sua famiglia di bizzarri investigatori (la moglie cinese Maria, le due gemelle, l’anziano amico Proverbio, il gigantesco tuttofare Pavolone), per raggiungere l’inutile verità mette a soqquadro il passato di quelle vite con tutto il loro «disordine fastidioso». Si potrebbe parlare di affresco a tinte lievi, di quadro mobile di vita di provincia, fermandosi alla deliziosa e un po’ cinica commedia d’ambiente che fa muovere in una danza divertita caratteri vividi. Ma c’è forse, senza proclami, anche un altro effetto che incide e fa riflettere: una filosofia di vita somministrata a parche dosi e con un certo ilare distacco da tutto ciò che futilmente affanna gli esseri umani.  E, in questi tempi rumorosi, funziona da antidoto dell’intelligenza.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento