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# 36 |
Andrej Longo |
Più o meno alle tre |
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Meridiano Zero, 2008 |
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11 settembre 2001. A Napoli un uomo spia dalla finestra una donna, che si offre al suo sguardo dalla casa di fronte in un gioco di eccitante seduzione. Sono più o meno le tre di un giorno qualsiasi ma, da fuori, un evento irrompe, destinato a fissarsi per sempre nella memoria collettiva. Tutti i protagonisti sono colti in quel preciso istante – il crollo delle torri trasmesso dalle televisioni – che corrisponde a un momento decisivo della loro esistenza. Più o meno alle tre dell’11 settembre 2001, a Napoli c’è chi viene abbandonato dalla moglie dopo un pomeriggio al mare, chi è coinvolto in un gioco voyeuristico con la compiacente vicina di casa, chi spara per sentirsi grande, chi apprende di avere un cancro ai polmoni, chi entra casualmente in possesso di una grossa somma di denaro. Omicidi e liberazioni, separazioni e licenziamenti, che convergono verso la pizzeria da Tòtore, in una continua contrapposizione tra la drammatica spettacolarità dell’evento mediatico che travolge la metropoli statunitense e la solitudine in cui si dibatte il dolore quotidiano di quelle vite. Un’umanità fatta di peccatori e perdenti, di gente che si affanna e si arrangia, sopravvive e muore, in una calda giornata dei primi di settembre. Storie accompagnate da uno stile che è la musica del racconto, all’occasione febbrile e sincopato come un rap napoletano, o lento e malinconico come un blues metropolitano. L’anima del romanzo è l’originalità di un autore, napoletano doc, che conosce la materia che descrive, le facce che ritrae, i sentimenti, i suoni, gli odori della sua città: una Napoli caotica e fatalista, disperata e sognatrice, che affida ugualmente il suo destino a san Gennaro e ai 99 Posse. |
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Andrej Longo - Più o meno alle tre
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