Richard Ellmann - Quattro dublinesi: Oscar Wilde, William Butler Yeats, James Joyce, Samuel Beckett


Richard Ellmann

1989

Quattro dublinesi: Oscar Wilde, William Butler Yeats, James Joyce, Samuel Beckett

 Four Dubliners: Wilde, Yeats, Joyce and Beckett, 1986

 

un filo semplice e continuo che leghi questi quattro conterranei e quasi contemporanei, ma piuttosto un garbuglio, una ragnatela labirintica che Richard Ellmann dipana con acume di amateur e rigore di studioso in altrettanti saggi monografici nei quali, con prosa amabilmente ironica, il critico letterario offre nuovi spunti interpretativi avvalendosi sia dell'esame del testo sia di numerosi aneddoti inediti. L'amore di Wilde per il paradosso viene messo in relazione con la sua bisessualità e le opposte tentazioni del cattolicesimo e della massoneria, la fecondità creativa dell'ultimo periodo di Yeats con l'operazione chirurgica a cui si sottopose per ricuperare la potenza virile; e apprendiamo che per Joyce il rapporto fra realtà e narrazione era cosi importante che egli chiedeva alla moglie Nora Barnacle di tradirlo "per avere qualcosa di cui scrivere", e che lo spirito contraddittorio di Beckett avrebbe voluto correggere "l'essenza di rosa" delle poesie giovanili di Yeats con una bella zaffata di letame“. Ne risulta un ritratto dello spirito irlandese pugnace, vitale, individualista e sfrenatamente multiforme, per il quale vale forse ciò che Wilde diceva dell'arte: "La verità è ciò di cui è vero anche il contrario"..

 

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